Sono processioni
cristiane penitenziali di propiziazione per l’agricoltura, accompagnate dalla
preghiera litanica e da apposita liturgia. Hanno la finalità di attirare la
benedizione divina sull’acqua, il lavoro dell’uomo e i frutti della terra .Si
distinguono in “maggiori” nella giornata del 25 aprile e
“minori” nei tre giorni che precedono la festa dell’Ascensione nel
rito romano (otto giorni nel rito ambrosiano). Pur essendosi affievolita la
tradizione, il benedizionale (revisionato nel 1984 da San Giovanni Paolo II),
prevede la possibilità di celebrarle in alcuni momenti particolari a livello
ecclesiale.
Le prime (litania maior)
cadono il 25 aprile (senza nessuna connessione con la festa di S. Marco, che è
posteriore) e sostituiscono nello scopo di propiziazione agricola, nella data e
in parte nel tracciato, le pagane Robigalie. La processione anticamente muoveva
in Roma da S. Lorenzo in Lucina, percorreva, come quella delle Robigalie, la
via Flaminia e giunta a Ponte Milvio piegava a sinistra dirigendosi a S.
Pietro. In seguito l’itinerario fu modificato: la processione percorse la via
dal Laterano a S. Marco proseguendo di lì a S. Pietro al canto delle litanie.
Le seconde (litania
minor) cadono nei tre giorni avanti all’Ascensione e furono istituite in
Gallia, nel 470 circa da S. Mamerto vescovo di Vienne, in occasione di una
calamità, ma sostituirono le Ambarvalie, riti che comprendevano processioni
fatte allo scopo di propiziare il buon esito dell’annata agraria. Nel corso
della processione si elevavano preghiere alla dea Cerere. Dalla chiesa
gallicana l’uso delle rogazioni passò nella liturgia romana al tempo di papa
Leone III. In campagna la processione avanza oggi per i campi, al canto delle
litanie, trasportando reliquie e talora stazionando presso le chiese che sono
sul suo passaggio. Un tempo, in tali giorni, era rigorosamente prescritto il
digiuno. Il prete diceva:
A fulgure et tempestate i fedeli rispondevano: Libera nos Domine!
A flagello terraemotus: Libera nos Domine!
A peste, fame et bello: Libera nos Domine!
Ut fructus terrae
dare et conservare digneris: Te rogamus,
audi nos!
Ut pacem nobis
dones: Te rogamus audi nos!…
Anche nella nostra
parrocchia, in località Ronchella, nella piccola chiesa dedicata alla Madonna
del Suffragio, il 25 aprile alle ore 6 del mattino, si è svolto il rito delle
Rogazioni, che a causa del maltempo sono state celebrate all’interno della
chiesina. L’antica cerimonia, preceduta da una breve lettura d’illustrazione
storico-religiosa, preparata dalla sig.a Luisa Acerbis, è stata celebrata dal
nostro prevosto, Mons. Leone coadiuvato da Don Paolo, partecipata da numerosi
fedeli alla quale ha fatto seguito poi la
Santa Messa.
Per l’occasione, nel piccolo
sagrato antistante la chiesetta è stata allestita una splendida tavola sulla quale
abbiamo potuto osservare i meravigliosi frutti della nostra terra unitamente
agli antichi attrezzi del mestiere. Questi, venivano utilizzati per lavorare e
accudire le nostre campagne, che qui in questo luogo ancora ammiriamo anche se
pur in piccoli scorci. Si è così dato inizio alle celebrazioni per la
tradizionale ricorrenza e memoria della Madonna del Suffragio che avranno il
loro culmine domenica 28 aprile, festa della “Divina
Misericordia”.