Un pomeriggio alla Ronchella

Nel pomeriggio della domenica 28 aprile, Don Diego ha presieduto il Canto dei Vespri, concludendo i festeggiamenti della Madonna del Suffragio in località Ronchella.

La benedizione con il bacio della Reliquia, un rito particolarmente emozionante per i molti pellegrini che qui hanno voluto condividere, pregando con devozione, nel ricordo degli eventi di sofferenza che trecento anni fa colpirono la nostra comunità.

Una preghiera particolare è stata rivolta al Signore, per l’intercessione della Madonna del Suffragio, affinché le anime dei defunti che in questa località furono sepolti, abbiano presto ad incontrare la pace eterna nel Paradiso.

La giornata allietata da un sole primaverile ha favorito l’afflusso di molti pellegrini, numerose famiglie e il ritorno alle proprie origini di  persone che per svariati motivi si sono dovute allontanare dal paese. Il gioco della tombola e l’estrazione dei premi della sottoscrizione popolare ha movimentato poi lo srotolarsi delle ore sotto la tenda; nel prato adiacente la chiesetta tanti i plaid stesi sul prato, Un incontro festoso per la nostra comunità, un  tempo di profonda spiritualità condiviso da una spontanea aggregazione umana e sociale, in compagnia, in amicizia, in solidarietà.  

La festa della Ronchella, la celebrazione della Messa

I festeggiamenti alla chiesetta della Madonna del Suffragio in località Ronchella hanno avuto il loro culmine domenica, con la celebrazione delle Sante Messe alle ore 8.00 e alle ore 10.00 che ha visto una numerosa partecipazione di fedeli, del vicinato e di tutta la parrocchia.

La celebrazione eucaristica delle ore 10 è stata concelebrata da tutti i sacerdoti che prestano servizio nella nostra comunità, celebrante Mons. Leone e concelebranti Don Diego vicario parrocchiale e don Tarcisio con Don Paolo coadiutori parrocchiali.

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Dal vangelo di Giovanni, cap. 20:

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

La Santa Messa partecipata da numerosissimi fedeli, provenienti anche da altri paesi che qui hanno ricordato e ritrovato  un po’ del loro passato, è stato un momento di devota preghiera e di intenso raccoglimento. Don Leone ci ha voluto ricordare come un tempo era chiamata  “la seconda domenica… dopo… Pasqua, in Albis”, ovvero quando i neobattezzati dismettevano la veste bianca, mentre ora è  definita la  “Seconda Domenica…di… Pasqua” o “della Divina Misericordia”, come abbiamo pregato nella colletta: ”Dio di eterna misericordia, che nella ricorrenza pasquale ravvivi la fede del tuo popolo, accresci in noi la grazia che ci hai dato, perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti”.   

Questa domenica è stata proclamata Festa della Divina Misericordia da papa Giovanni Paolo II nel 2000. Il culto della Divina Misericordia è legato alla figura di Santa Faustina Kowalska, la mistica polacca canonizzata nel corso dell’Anno Santo del 2000, e di cui Giovanni Paolo II è stato molto devoto, come testimonia la sua seconda Enciclica Dives in Misericordia, scritta nel 1980 e dedicata appunto alla Divina misericordia.

La celebrazione Eucaristica per la Festa del 25 Aprile

Dentro i festeggiamenti della Ronchella, sabato 27 aprile di buon mattino, alla chiesetta della Madonna del Suffragio sono stati ricordati, in una commovente celebrazione liturgica, i defunti della ricorrenza del 25 aprile, festa nazionale. Presenti le autorità municipali, i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri unitamente ai componenti le varie Associazioni del territorio che per l’occasione hanno voluto pregare per tutti i morti causati dal secondo conflitto mondiale, che con il sacrificio della loro vita hanno donato pace e libertà alla nostra Nazione e all’Europa intera.

Un ricordo riconoscente e doveroso, una preghiera devota e sommessa, perché il Signore abbia ad accogliere questi “figli della nostra Patria” nella pace eterna del Paradiso.

Ed un invito, come ha auspicato il celebrante, Mons. Leone, nella sua breve riflessione, un invito a raccogliere con gratitudine il dono  lasciato dai nostri antenati: la libertà.

Libertà che oggi ci viene richiesta come atteggiamento di vita, libertà dall’egoismo che attanaglia il nostro vivere quotidiano, libertà dall’incertezza del futuro che preoccupa le nuove generazioni, libertà di aprire il nostro cuore all’accoglienza e alla condivisione.

Dal vangelo di Marco, cap. 16:Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

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Le Rogazioni

Sono processioni cristiane penitenziali di propiziazione per l’agricoltura, accompagnate dalla preghiera litanica e da apposita liturgia. Hanno la finalità di attirare la benedizione divina sull’acqua, il lavoro dell’uomo e i frutti della terra .Si distinguono in “maggiori” nella giornata del 25 aprile e “minori” nei tre giorni che precedono la festa dell’Ascensione nel rito romano (otto giorni nel rito ambrosiano). Pur essendosi affievolita la tradizione, il benedizionale (revisionato nel 1984 da San Giovanni Paolo II), prevede la possibilità di celebrarle in alcuni momenti particolari a livello ecclesiale.

Le prime (litania maior) cadono il 25 aprile (senza nessuna connessione con la festa di S. Marco, che è posteriore) e sostituiscono nello scopo di propiziazione agricola, nella data e in parte nel tracciato, le pagane Robigalie. La processione anticamente muoveva in Roma da S. Lorenzo in Lucina, percorreva, come quella delle Robigalie, la via Flaminia e giunta a Ponte Milvio piegava a sinistra dirigendosi a S. Pietro. In seguito l’itinerario fu modificato: la processione percorse la via dal Laterano a S. Marco proseguendo di lì a S. Pietro al canto delle litanie.

Le seconde (litania minor) cadono nei tre giorni avanti all’Ascensione e furono istituite in Gallia, nel 470 circa da S. Mamerto vescovo di Vienne, in occasione di una calamità, ma sostituirono le Ambarvalie, riti che comprendevano processioni fatte allo scopo di propiziare il buon esito dell’annata agraria. Nel corso della processione si elevavano preghiere alla dea Cerere. Dalla chiesa gallicana l’uso delle rogazioni passò nella liturgia romana al tempo di papa Leone III. In campagna la processione avanza oggi per i campi, al canto delle litanie, trasportando reliquie e talora stazionando presso le chiese che sono sul suo passaggio. Un tempo, in tali giorni, era rigorosamente prescritto il digiuno. Il prete diceva:

A fulgure et tempestate i fedeli rispondevano:  Libera nos Domine!

A flagello terraemotus: Libera nos Domine!

A peste, fame et bello:  Libera nos Domine!

Ut fructus terrae dare et conservare digneris:  Te rogamus, audi nos!

Ut pacem nobis dones: Te rogamus audi nos!…

Anche nella nostra parrocchia, in località Ronchella, nella piccola chiesa dedicata alla Madonna del Suffragio, il 25 aprile alle ore 6 del mattino, si è svolto il rito delle Rogazioni, che a causa del maltempo sono state celebrate all’interno della chiesina. L’antica cerimonia, preceduta da una breve lettura d’illustrazione storico-religiosa, preparata dalla sig.a Luisa Acerbis, è stata celebrata dal nostro prevosto, Mons. Leone coadiuvato da Don Paolo, partecipata da numerosi fedeli alla quale ha fatto seguito poi  la Santa Messa.

Per l’occasione, nel piccolo sagrato antistante la chiesetta è stata allestita una splendida tavola sulla quale abbiamo potuto osservare i meravigliosi frutti della nostra terra unitamente agli antichi attrezzi del mestiere. Questi, venivano utilizzati per lavorare e accudire le nostre campagne, che qui in questo luogo ancora ammiriamo anche se pur in piccoli scorci. Si è così dato inizio alle celebrazioni per la tradizionale ricorrenza e memoria della Madonna del Suffragio che avranno il loro culmine domenica 28 aprile, festa della “Divina Misericordia”.