IN BOCCA AL LUPO

Sempre strana questa espressione, ma venata di cordiale augurio. Bello che sia stata scritta da una delle liste in competizione nel corso delle recenti elezioni amministrative e indirizzata alle altre. C’è uno stile anche nell’azione politica! Ne prendiamo atto e vogliamo sperare sia di buon auspicio per l’esercizio di una vera democrazia al servizio del bene comune, Democrazia degli atteggiamenti e delle parole: dove le forze in campo non vengono ‘demonizzate’, non sono messe all’angolo, ma si rispettano; dove la critica non è interpretata come gesto di ‘lesa maestà’, ma come occasione di pur serrato ma sempre positivo confronto; dove non si imboccano sentieri da ’pensiero unico’ ad escludere, che fa leva su un consenso ottenuto non con pacati ragionamenti, ma con slogan istintuali. La storia anche italiana insegna! E ammonisce, come maestra di vita. A quest’ora le elezioni hanno già dato il responso voluto dai cittadini di Torre.

Mi è sembrato opportuno, come parroco e quindi responsabile della comunità cristiana, ma anche come attento al bene di tutto il paese, raccogliere alcune note e offrirle come positivo contributo al buon andamento della pubblica amministrazione e della vita sociale.

I programmi elettorali hanno offerto un ventaglio di buoni propositi, che vanno apprezzati, come apprezzabile è la disponibilità di coloro che in tutte le liste hanno inteso mettersi al servizio della società locale, indipendentemente dall’essere poi usciti eletti. Il lavoro amministrativo che attende al varco non è di poco conto e di poca fatica, soprattutto in tempi come quelli che stiamo vivendo, stupendi e drammatici nel contempo. Nel grande mondo e nel mondo piccolo. E questo chiede di unire le forze per un migliore risultato, ciascuno al proprio posto e dall’angolatura della propria responsabilità, ma anche con sguardo aperto, sincero e in costante sinergia.

Nell’impegno dentro i vari ambiti della vita sociale sarà cosa buona e fruttuosa veder condivise alcune priorità e usato uno stile che il nostro Consiglio pastorale aveva già evidenziato in un documento che raccoglieva ed esprimeva proposte, attese e desideri. Ritenuti essenziali e da tradurre in scelte concrete e partecipate da tutte le forze in campo. Ne richiamo alcuni perché possano essere sul tavolo di chi, designato dall’elettorato, governa e di chi dai gruppi di minoranza, che peraltro insieme rappresentano la maggioranza degli elettori, contribuisce al buon governo. Con spirito dialettico, ma collaborativo e costruttivo.

La priorità data alla persone, senza preclusioni, per accompagnarle nelle varie età e stagioni della vita; alle famiglie per sostenerle nel loro impegno e in particolare nei passaggi segnati dalla precarietà e dalle ferite che incidono spesso nelle situazioni personali, relazionali, economiche ed educative.

La necessaria intesa e collaborazione con tutte le espressioni operose della società (istituzioni, associazioni e gruppi). In un coinvolgimento che evidenzia e rende concreto il valore della ‘sussidiarietà’, che non intende sostituirsi all’impegno della pubblica amministrazione, non è neppure forma di semplice manovalanza da usare, ma è espressione della partecipazione dei cittadini in vista del bene comune, realizzato con il servizio del volontariato in tutte le sue forme e motivazioni. Volontariato valorizzato, rispettato, ascoltato e pure sostenuto economicamente, nel possibile.

La formazione di una rete di buone relazioni che vale prima e più di tutte le opere. Con l’arte del buon vicinato e dello spendersi per gli altri, fatti attenti soprattutto alle persone e alle famiglie più fragili. Premessa indispensabile per una qualità di vita serena in un paese abitato e abitabile. Ma anche, visto che lo si ritiene primario, per un clima di sicurezza, affidato non solo ad alcuni, ma allo sguardo e al cuore di tutti, coinvolti con intelligente progettualità. Giusta ricerca di sicurezza che ​non deve però diventare una leva per ingenerare diffusa paura e pregiudiziale diffidenza, che certo non giovano a una cordiale convivenza e integrazione.

La cura della buona cultura, per leggere e interpretare, alla luce di valori alti, la vita personale e gli eventi del territorio e del mondo, oltre ogni schema o chiusura mentale. Cultura ad ampio raggio, che chiede non tanto ‘eventi’ scenografici e saltuari, bensì occasioni di incontro pacato e non gridato, di educazione al bello e al vero, con iniziative a largo spettro proposte o sostenute dalla stessa pubblica istituzione. La quale anche nel modo di proporsi, di gestire i rapporti e di esprimersi è bene sappia di avere un peso e una responsabilità nel formare una mentalità, che colora la società e che si vorrebbe non conflittuale, ma aperta e solidale.

, per leggere e interpretare, alla luce di valori alti, la vita personale e gli eventi del territorio e del mondo, oltre ogni schema o chiusura mentale. Cultura ad ampio raggio, che chiede non tanto ‘eventi’ scenografici e saltuari, bensì occasioni di incontro pacato e non gridato, di educazione al bello e al vero, con iniziative a largo spettro proposte o sostenute dalla stessa pubblica istituzione. La quale anche nel modo di proporsi, di gestire i rapporti e di esprimersi è bene sappia di avere un peso e una responsabilità nel formare una mentalità, che colora la società e che si vorrebbe non conflittuale, ma aperta e solidale.

La valorizzazione e la cura dell’ambiente , del decoro urbano, della storia, delle feste, dei luoghi significativi del paese. Perseguite con scelte di saggia e lungimirante prospettiva e condivise dai residenti, a partire dagli ambiti educativi che formano alla vita sociale le nuove generazioni.

Per i credenti valga, nel loro impegno per un paese aperto e accogliente, il Vangelo, che è codice di vera umanità. Valga la Dottrina sociale della Chiesa che traccia linee di saggia, giusta e pacifica convivenza Per tutti valgano le ispirazioni che ne provengono, e che possono essere condivise al di là della scelta di fede. E valgano quelle virtù essenziali che caratterizzano la nobiltà d’animo e lo stile elegante delle persone e lo spirito di servizio in quanto si dice e si fa. E nel modo con cui lo si dice e lo si fa. Alla luce di quanto diceva Paolo VI :” la politica, che è prendersi cura della città, è la più alta forma di carità”. Se esercitata nel suo senso più nobile e disinteressato. Con un cordiale augurio per coloro che siedono in Consiglio e per coloro che accompagnano e sostengono il servizio amministrativo. Cioè, per tutti!

Don Leone, parroco