INCONTRO CON IL VESCOVO SULLA RIFORMA DEI VICARIATI

Nella serata di giovedi 9 marzo 2017 i membri dei Consigli Pastorali delle parrocchie del Vicariato, quelli  delle Commissioni Vicariali, il Vicario don Leone Lussana con i parroci incontro-vescovo-0317- (13)e curati,  si sono ritrovati al Centro Santa Margherita per incontrare il Vescovo Francesco a proposito delle novità legate alla realtà dei VICARIATI. Rileggendo la storia della Chiesa locale, si comprende quanto la nostra Diocesi col tempo si è trasformata nella suddivisione del suo territorio, passando dalle VICARIE FORANEE più piccole e numerose, che si identificavano nella figura del sacerdote, agli attuali Vicariati nati per costruire un rapporto positivo con la società. Ora  viene proposta una nuova suddivisione Vicariale: non più 28 come oggi, ma di numero inferiore e territorialmente più estesi.

incontro-vescovo-0317- (4)Al  Vescovo Francesco sta a cuore far capire il senso profondo di questo cambiamento  e ne spiega le motivazioni. Dal Concilio ad oggi tante cose sono cambiate, il territorio è cambiato e quando si parla di TERRITORIO si parla della famiglia, del lavoro, della scuola, dei giovani, della cultura, dei valori, dell’educazione, dei bisogni, delle fragilità, dei media, del volontariato, delle associazioni. Tutte queste realtà si sono evolute, trasformate, allargando i confini e invitandoci a rivedere il rapporto fra CHIESA e MONDO, perché DIO ABITA IL MONDO e NON ABITA SOLO LA CHIESA. Quindi è fondamentale che i protagonisti di questo rapporto con il territorio abitino questa realtà responsabilmente; ma chi sono questi protagonisti? Ogni cristiano battezzato laico singolarmente e tutti i cristiani battezzati laici insieme  vanno a  formare il popolo di Dio, al servizio del quale ci sono i sacerdoti. Questi soggetti devono interrogarsi

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su come vivono nel mondo come singoli e come comunità; la testimonianza è fondamentale e darle un respiro più ampio consentirà di offrire l’opportunità a più persone di essere evangelizzate.

Come cristiani è essenziale continuare a stare dentro a realtà specifiche quali il mondo della sofferenza, della scuola ecc…) ma ricordandoci che non è importante solo PRODURRE, come  fa il mondo, ma è ancora più importante SEMINARE, COLTIVARE, PREOCCUPARCI DEI FRUTTI così come insegna il Vangelo.  Il Vescovo lancia anche una provocazione dicendo che forse la Comunità si è rimpicciolita, si è chiusa in sé stessa, mentre il mondo si è ingrandito e i suoi confini si sono ampliati. Ci si è arenati pensando che la FORMAZIONE fosse la cosa più importante, e lo è, ma a volte diventa un alibi per non partire mai.

incontro-vescovo-0317- (15)Il Vescovo per il nuovo impegno dei Vicariati propone 5 ambiti: relazioni umane, lavoro, fragilità, tradizione, cittadinanza e politica,  attraverso i quali i nuovi Vicariati si incammineranno, tenendo conto delle diversità dei territori che li  compongono. Con questa riforma avremo pertanto la Diocesi, le Parrocchie, 13 nuovi vicariati, un Consiglio Pastorale Territoriale  (con un componente per parrocchia); non ci sarà più il Consiglio Presbiterale. Si prevedono 4 incontri nell’arco dell’anno e una riunione annuale dell’Assemblea Diocesana. La Diocesi di Bergamo sarà la pioniera di questa riforma.

Due sono le immagini con le quali il Vescovo si congeda: l’immagine del REGNO DI DIO, inaugurato da Gesù e che continua a realizzarsi attraverso la Chiesa, che ne è segno e Sacramento e l’ immagine del POPOLO DI DIO, che come nel cammino dell’Esodo, fra fatiche e contraddizioni, edifica questo Regno. La  riforma dei Vicariati è per noi una SFIDA e raccoglierla non sarà cosa facile, così come sarà impegnativo riuscire a  realizzare gli obiettivi che si prefigge, cosa che non avverrà dall’oggi al domani, ma a prescindere dalle difficoltà iniziali sarà  questa la direzione in cui dovremo incamminarci, confrontandoci fra di noi, con i nostri sacerdoti e con il nostro Pastore, come abbiamo cercato di fare questa sera.

A cura di Emanuela Martini

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La celebrazione delle ceneri

Nella giornata di mercoledì primo marzo si è celebrato il rituale delle Sacre Ceneri, momento di riflessione per un nuovo cammino penitenziale, segnando così l’inizio della quaresima, in preparazione della Santa Pasqua di Risurrezione.

le ceneri 2017- (7)Le letture che hanno preceduto la solenne cerimonia sono state molto esplicite nell’invito alla conversione. Abbiamo ascoltato dal libro del profeta Gioele al capitolo 2, 12-18: “Così dice il Signore: Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio, perché Egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore…”. Dalla seconda lettera di San Paolo ai Corinzi, cap. 5, ci è giunta l’esortazione: “… poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole. Ecco ora il giorno della salvezza!”.

Il vangelo di Matteo cap. 6, 1-6. 16-18 è emblematico nell’invitare alla sincerità del cuore: “… State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro… Quando fai l’elemosina non suonare la tromba davanti a te… non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto, ti ricompenserà… Quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda… ma solo il Padre tuo, che è nel segreto, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà!”.

Nel momento di riflessione e meditazione sulla Parola, che il celebrante Don Angelo, nella celebrazione eucaristica serale  ha rivolto all’assemblea, ha ricordato i punti essenziali del rituale delle sacre Ceneri, sottolineando che siamo stati creati dalla polvere  e che i giorni della quaresima possano veramente essere vissuti come opportunità di conversione profonda, in attesa del grande evento della Pasqua, la Risurrezione di Gesù. A conclusione ci ha poi invitati per suscitare in noi un sostanziale momento di conversione e di cambiamento radicale , a un triplice impegno: la preghiera, la penitenza, l’elemosina.

La preghiera, momento fondante della nostra relazione con Dio. La penitenza, strumento importante per liberare le nostre giornate  dalla superficialità. L’elemosina, affinché il nostro incontrare l’altro,  possa divenire realmente un dono, gratuito e generoso, di ascolto e di attenzioni, di pazienza e di gioia.

le ceneri 2017- (9)Dopo l’ascolto della Parola, il celebrante Don Angelo ha poi benedetto le Sacre Ceneri presentate ai piedi dell’altare da tre giovani: “Raccogliamoci, fratelli carissimi, in umile preghiera, davanti a Dio nostro Padre, perché faccia scendere su di noi la sua benedizione e accolga l’atto penitenziale che stiamo per compiere”. Poi coadiuvato dal parroco Don Leone e da Don Tarciso, hanno imposto ai fedeli, che si sono presentati   processionalmente ai piedi dell’altare a capo scoperto, le Ceneri benedette accompagnando questo semplice ma significativo gesto con una breve esortazione: “ Convertitevi e credete al vangelo”  (Paenitémini et crédite Evangélio),  “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai” (Meménto, homo, quia pulvis es, et in polvere revertéris).

L’incontro poi con il Gesù Eucaristia ha suggellato i buoni propositi scaturiti dalla significativa Liturgia penitenziale, che è stata allietata dai canti del Coro giovani della parrocchia, con la presenza molto numerosa di fedeli e  la  partecipazione del gruppo Scout della comunità.

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La giornata del malato 2017

Dalla lettera dell’apostolo Giacomo, capitolo 5, 14: “Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa epreghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore”.

giornata ammalato 2017   (10)Sabato 11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes, nella nostra parrocchia si è celebrata la Giornata del malato, nel ricordo delle Apparizioni della Madonna alla grotta di Massabielle nel 1858,  con la particolare cerimonia all’interno della Celebrazione Eucaristica pomeridiana, della “ Liturgia con gli ammalati e il Sacramento dell’Unzione” a quanti lo hanno desiderato. Una liturgia partecipata con devozione, che ha visto una presenza di fedeli molto numerosa e il coinvolgimento degli ammalati della nostra comunità, degli operatori sanitari e di tanti volontari che vivono e condividono la realtà della malattia.

giornata ammalato 2017   (6)Dal vangelo di Matteo, al capitolo 5 abbiamo ascoltato “Il discorso della montagna …beati i poveri in spirito…”. Don Leone nell’omelia si è soffermato sul grande significato delle parole del vangelo,   invitandoci a rileggere in modo diverso l’invito di Gesù: “… i poveri in spirito saranno beati, gli afflitti saranno beati, i miti, chi ha fame e sete di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace saranno beati e chiamati figli di Dio.” Ha poi spiegato come il Sacramento dell’Unzione degli ammalati sia importante nel tessuto spirituale di ogni cristiano, che diversamente da come si considerava nei tempi passati, è  un Sacramento per il conforto spirituale ma anche fisico che consiste nel pregare  per il malato e nell’unzione dello stesso con l’olio benedetto.  Ha poi sottolineato il valore spirituale del pane Eucaristico, chiamato “viatico”,  un tempo considerato come l’ultimo sacramento da ricevere, mentre deve divenire  un gioioso compagno di viaggio, nel vissuto della nostra fede, perché il Cristo Gesù, pane vivo disceso dal cielo, conferisce una immensa ricchezza di grazia spirituale alla nostra quotidianità.

Si è poi celebrato il rito dell’Unzione, dove il celebrante Don Leone coadiuvato da  Don Angelo è passato ad amministrare il Sacramento ai numerosi fedeli che ne avevano fatto richiesta, primo tra tutti il nostro Don Giuseppe, concelebrante, formulando su ognuno la breve formula: “Per questa santa unzione e per la sua piissima misericordia, ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo, amen”. E’ bello qui ricordare le parole di Papa Francesco, dall’udienza del 26 febbraio 2014 a riguardo del sacramento dell’Unzione, nella quale invita a non avere paura ma “ci aiuta ad allargare lo sguardo all’esperienza della malattia e della sofferenza, nell’orizzonte della misericordia di Dio”.

La edificante celebrazione eucaristica si è poi conclusa con il canto mariano “Ave Maria” di Lourdes, innalzando alla Madonna il lume acceso che ogni fedele aveva tra le mani, con nel cuore gratitudine, speranza e tanta serenità.

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Luciano Tintori

Vendita Torte per la Bosnia

Logo BosniaIl Gruppo Bosnia organizza una vendita di torte il 25 e 26 febbraio per finanziare l’annuale “Pellegrinaggio di Carità” che verrà effettuato dal 14 al 18 giugno. Chiediamo la Vostra collaborazione per preparare torte e biscotti da consegnare sabato 25 febbraio dalle ore 16.00 alle ore 18 sul piazzale della chiesa oppure, domenica 26 mattina.

Vi ringraziamo per l’aiuto fornito.

GRUPPO ANIMAZIONE MISSIONARIA PARROCCHIALE

Per chi ne vuole sapere di più oppure vuol entrare a far parte del gruppo, clicca sull’immagine per vedere la pagina di presentazione

I nuovi Chierichetti

Chierichetti 2017 (16)Domenica 4 febbraio nella celebrazione liturgica della Santa Messa in parrocchia delle ore 10,00 si è svolta la cerimonia della presentazione dei nuovi chierichetti e la riconferma dei chierichetti che da tempo prestano servizio sull’altare. Dopo la chiamata nominale a seguito nella quale ogni nuovo chierichetto ha risposto con un entusiasmante ”eccomi”, il parroco Mons. Leone ha indossato loro il simbolo che li contraddistingue nel servizio all’altare: una tunica bianca; una breve ma importante preghiera, recitata in comunione attorno alla mensa  ha poi con gioiosa disponibilità,  suggellato l’impegno del servizio.

Chierichetti 2017 (15)I chierichetti sono una parte eletta di una comunità dentro la quale i ragazzi e le ragazze prescelte servono all’altare durante le celebrazioni liturgiche, svolgendo un servizio alla comunità cristiana, ai sacerdoti, e ai diaconi durante la liturgia.  A seconda delle funzioni svolte, i chierichetti assumono nomi specifici, quali: Turiferario, addetto al turibolo per le incensazioni: Navicelliere: addetto alla navicella; Ceroferario, addetto ai candellieri, che vanno sempre in coppia; Cruciferario, addetto alla croce; Caudatario, addetto a sorreggere la mitra o il pastorale del Vescovo;  Accolito, che si occupa del trasporto delle ampolline; Cerimoniere, che assiste il sacerdote in ogni sua azione.

Chierichetti 2017 (8)Il vangelo di questa domenica, la Va del tempo ordinario anno A è di Matteo capitolo 5, nel quale emerge un chiaro invito a vivere la nostra fede come valore assoluto, quale è il sale della terra e la luce di lampada. Don Leone cogliendo  la presenza di uno stupendo ritratto all’altare del Sacro Cuore, di San Giovanni Bosco con San Domenico Savio ha allargato la sua meditazione su tre punti qualificanti: come si racconta da un dialogo intercorso tra i due santi, san Domenico essendo stato elogiato come stoffa di qualità, invita San Giovanni Bosco ad esserne il sarto per ritagliarne un abito di eccellenza, così anche la nostra spiritualità sia una stoffa di valore dentro la quale Gesù possa ritagliare veramente le verità del  vangelo. L’invito poi a divenire “il sale della terra” e “la luce nel mondo”,  è di certo eloquente: il sale per donare con gioia il gusto delle cose di Dio, la luce per illuminare il cammino della nostra quotidianità e di quanti ci vivono accanto, nell’Amore di Dio che ci ama immensamente e far comprendere quanto veramente siamo amati da Dio.

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San Biagio, il protettore della gola

Venerdì 3 febbraio nella nostra chiesa parrocchiale si è celebrata la “Giornata dell’ADORAZIONE EUCARISTICA”, una giornata di un forte significato spirituale. L’esposizione eucaristica iniziata dopo la celebrazione della santa messa mattutina è rimasta a disposizione dei fedeli sino a sera tarda e si è conclusa con l’adorazione comunitaria animata da catechisti, animatori e adolescenti.

S.Biagio 2017 (1)All’interno della giornata si è commemorato San Biagio, vescovo e martire e tradizionalmente protettore della gola. Nel ricordo di questo santo emblematico e della tradizione che lo accompagna, i nostri Sacerdoti al termine delle sante messe e a chiusura della giornata eucaristica hanno  imposto due candele benedette ai fedeli presenti accompagnando il gesto con una breve preghiera di intercessione per la salute fisica ma soprattutto spirituale delle persone che umilmente si sono presentate ai piedi dell’altare per ricevere con devozione la S.Biagio 2017 (8)benedizione della gola.

Biagio nasce a Sebaste in Armenia, sul finire del III secolo D.C. studia medicina e intraprende la professione di medico; per le sue lodevoli qualità fu fatto Vescovo. Un giorno una madre disperata si rivolse a lui perché suo figlio aveva mangiato del pesce e una lisca gli si era conficcata in gola e lo stava soffocando. Biagio non si perse S.Biagio 2017 (7)d’animo, prese un pezzo di pane e lo fece inghiottire al ragazzo. La mollica portò con sé la lisca e il ragazzo riprese a respirare. Ma prima di fare ingoiare la lisca l’aveva benedetta facendogli il segno della croce e pertanto si incominciò a parlare di miracolo. San Biagio muore tre anni dopo la concessione della libertà di culto nell’Impero Romano (313) sotto il prefetto S.Biagio 2017 (3)Diocleziano che per evitare che il popolo lo facesse Santo lo fece dapprima scorticare con pettini da cardatori e poi decapitare: ecco perché divenne martire e poi santo. Protettore dei cardatori e dei materassai, il 3 febbraio giorno della festa di San Biagio si usa mangiare pane benedetto e farsi benedire la gola toccandola con due candele benedette. E’ venerato come Santo dalla chiesa cattolica  dalla Chiesa ortodossa.

I fedeli che hanno accolto l’invito a visitare Gesù nell’Eucaristia nell’arco della giornata, sono stati invitati a meditare sulla triplice consegna che Papa Francesco ha proposto al Capitolo generale dei Missionari figli del Cuore Immacolato di Maria: ADORARE,  CAMMINARE, ACCOMPAGNARE.

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La presentazione del Signore al tempio “LA CANDELORA”

candelora 2017 (2)Nella nostra parrocchia, giovedì 2 febbraio le celebrazioni eucaristiche sono state precedute da una breve cerimonia nella quale il celebrante ha benedetto e acceso le candele dei fedeli, ricordando così la tradizionale “Festa della Madonna Candelora”, ovvero la ricorrenza che celebra la Presentazione di Gesù al Tempio, quaranta giorni dopo la sua nascita, il Natale del Signore.

Viene così definita, perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo “Luce per illuminare le genti”, come il Bambino Gesù viene chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al tempio di Gerusalemme, che era prescritta dalla legge giudaica per i primogeniti maschi.

Nella celebrazione eucaristica, seguita alla breve ma molto significativa cerimonia, dal vangelo di Luca capitolo 2,  abbiamo potuto ascoltare nei dettagli come si sono svolti i fatti rivelandoci un’eloquente profezia dentro le parole di Simeone, candelora 2017 (4)illuminato dallo Spirito Santo: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza” e, rivolgendosi alla Madonna: “Anche a te una spada trafiggerà l’anima”,  prefigurando quanto sarebbe accaduto attraverso il nascituro Bambino Gesù.   Giovanni Paolo II nella “Redemptoris Mater” ci ricorda che “quello di Simeone, appare come un secondo annuncio a Maria, poiché le indica la concreta dimensione storica nella quale il Figlio compirà la sua missione, cioè nell’incomprensione e nel dolore (n.16). Il 2 febbraio è anche una data che nella tradizione popolare abbonda di proverbi che a detta di molti ci permette di ipotizzare come evolverà la seconda parte della stagione fredda. “Madonna Candelora, dall’inverno sémo fòra, ma se piove o tira vento, per quaranta giorni siamo ancora dentro…”. Ma al di là di ogni previsioni del tempo che farà, la festa liturgica della “Candelora” rimane quale invito ad imitare il Cristo Risorto, “Luce nel mondo”, attraverso piccoli gesti capaci di avvolgere la nostra quotidianità di fede viva, speranza forte e umile carità.

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Per la settimana di Don Bosco

san-martino-2016-piazza (22)In occasione della festa di San Martino, la tradizione vuole che il Madonnaro Giovanni Perico dipinga un quadro a gessetti che poi viene conservato in Parrocchia.

Quest’anno è stato deciso di dedicare il quadro a Don Bosco, per festeggiare l’inaugurazione dell’Oratorio ristrutturato.

Quadro Don Bosco 2017Il quadro sarà esposto in Oratorio a partire dalla settimana di Don Bosco, che verrà celebrata in Oratorio a partire da Domenica 29 gennaio.

Vi proponiamo intanto l’anteprima dell’opera, vi aspettiamo in Oratorio per ammirarla dal vivo.

Per chi fosse curioso di conoscere meglio l’autore, cliccare sull’immagine