Il gruppo teatro in tour

Il occasione della prima messa di un prete novello nella parrocchia di Busseto, dove presta la sua opera il nostro Don Matteo Piazzalunga, i ragazzi del gruppo teatro hanno recitato il loro spettacolo, con passione ed entusiasmo.

Il giorno dell’assunta…

La chiesa dell’Assunta in via Imotorre

Per la festa dell’assunta, le Sante Messe delle ore 10 e delle 18,30 saranno celebrate nella Chiesina dell’Istituto delle suore Poverelle in via Imotorre, le corrispondenti messe nella chiesa Parrocchiale non saranno celebrate

Alle ore 16, sempre nella stessa Chiesa, verranno celebrati Vespro e benedizione.

La vista dal cortile dell’isituto

Per leggere alcune note d’arte della nostra Rosella Ferrari sulla chiesina, cliccare Qui

IN BOCCA AL LUPO

Sempre strana questa espressione, ma venata di cordiale augurio. Bello che sia stata scritta da una delle liste in competizione nel corso delle recenti elezioni amministrative e indirizzata alle altre. C’è uno stile anche nell’azione politica! Ne prendiamo atto e vogliamo sperare sia di buon auspicio per l’esercizio di una vera democrazia al servizio del bene comune, Democrazia degli atteggiamenti e delle parole: dove le forze in campo non vengono ‘demonizzate’, non sono messe all’angolo, ma si rispettano; dove la critica non è interpretata come gesto di ‘lesa maestà’, ma come occasione di pur serrato ma sempre positivo confronto; dove non si imboccano sentieri da ’pensiero unico’ ad escludere, che fa leva su un consenso ottenuto non con pacati ragionamenti, ma con slogan istintuali. La storia anche italiana insegna! E ammonisce, come maestra di vita. A quest’ora le elezioni hanno già dato il responso voluto dai cittadini di Torre.

Mi è sembrato opportuno, come parroco e quindi responsabile della comunità cristiana, ma anche come attento al bene di tutto il paese, raccogliere alcune note e offrirle come positivo contributo al buon andamento della pubblica amministrazione e della vita sociale.

I programmi elettorali hanno offerto un ventaglio di buoni propositi, che vanno apprezzati, come apprezzabile è la disponibilità di coloro che in tutte le liste hanno inteso mettersi al servizio della società locale, indipendentemente dall’essere poi usciti eletti. Il lavoro amministrativo che attende al varco non è di poco conto e di poca fatica, soprattutto in tempi come quelli che stiamo vivendo, stupendi e drammatici nel contempo. Nel grande mondo e nel mondo piccolo. E questo chiede di unire le forze per un migliore risultato, ciascuno al proprio posto e dall’angolatura della propria responsabilità, ma anche con sguardo aperto, sincero e in costante sinergia.

Nell’impegno dentro i vari ambiti della vita sociale sarà cosa buona e fruttuosa veder condivise alcune priorità e usato uno stile che il nostro Consiglio pastorale aveva già evidenziato in un documento che raccoglieva ed esprimeva proposte, attese e desideri. Ritenuti essenziali e da tradurre in scelte concrete e partecipate da tutte le forze in campo. Ne richiamo alcuni perché possano essere sul tavolo di chi, designato dall’elettorato, governa e di chi dai gruppi di minoranza, che peraltro insieme rappresentano la maggioranza degli elettori, contribuisce al buon governo. Con spirito dialettico, ma collaborativo e costruttivo.

La priorità data alla persone, senza preclusioni, per accompagnarle nelle varie età e stagioni della vita; alle famiglie per sostenerle nel loro impegno e in particolare nei passaggi segnati dalla precarietà e dalle ferite che incidono spesso nelle situazioni personali, relazionali, economiche ed educative.

La necessaria intesa e collaborazione con tutte le espressioni operose della società (istituzioni, associazioni e gruppi). In un coinvolgimento che evidenzia e rende concreto il valore della ‘sussidiarietà’, che non intende sostituirsi all’impegno della pubblica amministrazione, non è neppure forma di semplice manovalanza da usare, ma è espressione della partecipazione dei cittadini in vista del bene comune, realizzato con il servizio del volontariato in tutte le sue forme e motivazioni. Volontariato valorizzato, rispettato, ascoltato e pure sostenuto economicamente, nel possibile.

La formazione di una rete di buone relazioni che vale prima e più di tutte le opere. Con l’arte del buon vicinato e dello spendersi per gli altri, fatti attenti soprattutto alle persone e alle famiglie più fragili. Premessa indispensabile per una qualità di vita serena in un paese abitato e abitabile. Ma anche, visto che lo si ritiene primario, per un clima di sicurezza, affidato non solo ad alcuni, ma allo sguardo e al cuore di tutti, coinvolti con intelligente progettualità. Giusta ricerca di sicurezza che ​non deve però diventare una leva per ingenerare diffusa paura e pregiudiziale diffidenza, che certo non giovano a una cordiale convivenza e integrazione.

La cura della buona cultura, per leggere e interpretare, alla luce di valori alti, la vita personale e gli eventi del territorio e del mondo, oltre ogni schema o chiusura mentale. Cultura ad ampio raggio, che chiede non tanto ‘eventi’ scenografici e saltuari, bensì occasioni di incontro pacato e non gridato, di educazione al bello e al vero, con iniziative a largo spettro proposte o sostenute dalla stessa pubblica istituzione. La quale anche nel modo di proporsi, di gestire i rapporti e di esprimersi è bene sappia di avere un peso e una responsabilità nel formare una mentalità, che colora la società e che si vorrebbe non conflittuale, ma aperta e solidale.

, per leggere e interpretare, alla luce di valori alti, la vita personale e gli eventi del territorio e del mondo, oltre ogni schema o chiusura mentale. Cultura ad ampio raggio, che chiede non tanto ‘eventi’ scenografici e saltuari, bensì occasioni di incontro pacato e non gridato, di educazione al bello e al vero, con iniziative a largo spettro proposte o sostenute dalla stessa pubblica istituzione. La quale anche nel modo di proporsi, di gestire i rapporti e di esprimersi è bene sappia di avere un peso e una responsabilità nel formare una mentalità, che colora la società e che si vorrebbe non conflittuale, ma aperta e solidale.

La valorizzazione e la cura dell’ambiente , del decoro urbano, della storia, delle feste, dei luoghi significativi del paese. Perseguite con scelte di saggia e lungimirante prospettiva e condivise dai residenti, a partire dagli ambiti educativi che formano alla vita sociale le nuove generazioni.

Per i credenti valga, nel loro impegno per un paese aperto e accogliente, il Vangelo, che è codice di vera umanità. Valga la Dottrina sociale della Chiesa che traccia linee di saggia, giusta e pacifica convivenza Per tutti valgano le ispirazioni che ne provengono, e che possono essere condivise al di là della scelta di fede. E valgano quelle virtù essenziali che caratterizzano la nobiltà d’animo e lo stile elegante delle persone e lo spirito di servizio in quanto si dice e si fa. E nel modo con cui lo si dice e lo si fa. Alla luce di quanto diceva Paolo VI :” la politica, che è prendersi cura della città, è la più alta forma di carità”. Se esercitata nel suo senso più nobile e disinteressato. Con un cordiale augurio per coloro che siedono in Consiglio e per coloro che accompagnano e sostengono il servizio amministrativo. Cioè, per tutti!

Don Leone, parroco

Un pomeriggio alla Ronchella

Nel pomeriggio della domenica 28 aprile, Don Diego ha presieduto il Canto dei Vespri, concludendo i festeggiamenti della Madonna del Suffragio in località Ronchella.

La benedizione con il bacio della Reliquia, un rito particolarmente emozionante per i molti pellegrini che qui hanno voluto condividere, pregando con devozione, nel ricordo degli eventi di sofferenza che trecento anni fa colpirono la nostra comunità.

Una preghiera particolare è stata rivolta al Signore, per l’intercessione della Madonna del Suffragio, affinché le anime dei defunti che in questa località furono sepolti, abbiano presto ad incontrare la pace eterna nel Paradiso.

La giornata allietata da un sole primaverile ha favorito l’afflusso di molti pellegrini, numerose famiglie e il ritorno alle proprie origini di  persone che per svariati motivi si sono dovute allontanare dal paese. Il gioco della tombola e l’estrazione dei premi della sottoscrizione popolare ha movimentato poi lo srotolarsi delle ore sotto la tenda; nel prato adiacente la chiesetta tanti i plaid stesi sul prato, Un incontro festoso per la nostra comunità, un  tempo di profonda spiritualità condiviso da una spontanea aggregazione umana e sociale, in compagnia, in amicizia, in solidarietà.  

La festa della Ronchella, la celebrazione della Messa

I festeggiamenti alla chiesetta della Madonna del Suffragio in località Ronchella hanno avuto il loro culmine domenica, con la celebrazione delle Sante Messe alle ore 8.00 e alle ore 10.00 che ha visto una numerosa partecipazione di fedeli, del vicinato e di tutta la parrocchia.

La celebrazione eucaristica delle ore 10 è stata concelebrata da tutti i sacerdoti che prestano servizio nella nostra comunità, celebrante Mons. Leone e concelebranti Don Diego vicario parrocchiale e don Tarcisio con Don Paolo coadiutori parrocchiali.

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Dal vangelo di Giovanni, cap. 20:

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

La Santa Messa partecipata da numerosissimi fedeli, provenienti anche da altri paesi che qui hanno ricordato e ritrovato  un po’ del loro passato, è stato un momento di devota preghiera e di intenso raccoglimento. Don Leone ci ha voluto ricordare come un tempo era chiamata  “la seconda domenica… dopo… Pasqua, in Albis”, ovvero quando i neobattezzati dismettevano la veste bianca, mentre ora è  definita la  “Seconda Domenica…di… Pasqua” o “della Divina Misericordia”, come abbiamo pregato nella colletta: ”Dio di eterna misericordia, che nella ricorrenza pasquale ravvivi la fede del tuo popolo, accresci in noi la grazia che ci hai dato, perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti”.   

Questa domenica è stata proclamata Festa della Divina Misericordia da papa Giovanni Paolo II nel 2000. Il culto della Divina Misericordia è legato alla figura di Santa Faustina Kowalska, la mistica polacca canonizzata nel corso dell’Anno Santo del 2000, e di cui Giovanni Paolo II è stato molto devoto, come testimonia la sua seconda Enciclica Dives in Misericordia, scritta nel 1980 e dedicata appunto alla Divina misericordia.

La celebrazione Eucaristica per la Festa del 25 Aprile

Dentro i festeggiamenti della Ronchella, sabato 27 aprile di buon mattino, alla chiesetta della Madonna del Suffragio sono stati ricordati, in una commovente celebrazione liturgica, i defunti della ricorrenza del 25 aprile, festa nazionale. Presenti le autorità municipali, i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri unitamente ai componenti le varie Associazioni del territorio che per l’occasione hanno voluto pregare per tutti i morti causati dal secondo conflitto mondiale, che con il sacrificio della loro vita hanno donato pace e libertà alla nostra Nazione e all’Europa intera.

Un ricordo riconoscente e doveroso, una preghiera devota e sommessa, perché il Signore abbia ad accogliere questi “figli della nostra Patria” nella pace eterna del Paradiso.

Ed un invito, come ha auspicato il celebrante, Mons. Leone, nella sua breve riflessione, un invito a raccogliere con gratitudine il dono  lasciato dai nostri antenati: la libertà.

Libertà che oggi ci viene richiesta come atteggiamento di vita, libertà dall’egoismo che attanaglia il nostro vivere quotidiano, libertà dall’incertezza del futuro che preoccupa le nuove generazioni, libertà di aprire il nostro cuore all’accoglienza e alla condivisione.

Dal vangelo di Marco, cap. 16:Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

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