E venne un Uomo, Papa Giovanni tra di noi

papa-giovanni-XXIII- (26)“Oboedientia et pax, ecco il mio motto. Così sia sempre”. Così ebbe a dire mons. Angelo Giuseppe Roncalli, poi Papa Giovanni XXIII, del motto che scelse per il suo stemma episcopale;  sarà per tutta la vita l’espressione più vera del suo programma, simbolo e carisma del suo operato. Nato in un piccolo paese della bassa bergamasca, dentro una famiglia patriarcale, come lo erano per lo più le famiglie del tempo, il piccolo Angelo apprende sin da subito il valore della semplicità delle cose, respirando l’aria della povertà intrisa in un abbandono fiducioso nella provvidenza. Comprende con innocenza ma in profondità il “santo timor di Dio”, che non significa paura, ma  atteggiamento filiale che vuole corrispondere all’amore del Padre, Amore di figlio che accetta totalmente il progetto che il Padre gli prepara. E’ uno dei sette doni dello Spirito Santo, che accompagnerà con fedeltà Angelo Roncalli,  per un discernimento, umile ma determinato, alla scelta vocazionale del sacerdozio sino, dopo aver percorso mille strade, all’elezione al soglio pontificio, divenendo Papa Giovanni XXIII e ancora più in là, al rinnovamento della Chiesa con il Concilio Ecumenico Vaticano II. Papa Francesco ha fatto un grande dono alla Diocesi di Bergamo, papa-giovanni-XXIII- (22)accogliendo la richiesta del nostro Vescovo mons. Francesco Beschi, che così ha commentato l’evento: “Ringraziamo Papa Francesco per questo gesto di amore paterno nei confronti della nostra Diocesi. E’ per noi una grande gioia e una grazia speciale. Pensare al santo Papa Giovanni XXIII  che torna nella sua terra mi ha fatto ricordare quanto lui disse, pochi mesi dopo l’elezione a Pontefice, in un’udienza ad un gruppo di bergamaschi: “Vi esorto a progredire sempre nella bontà, nella virtù, nella generosità, affinché i Bergamaschi siano sempre degni di Bergamo”. La sua presenza interpella la nostra Chiesa e la nostra società…”. Molteplici sono state le motivazioni per le quali Sua Eccellenza il nostro Vescovo ha inoltrato a Papa Francesco la rispettosa richiesta di avere le spoglie del santo Papa Giovanni XXIII, rimasta tra noi dal 24 maggio al 10 giugno, attraverso un itinerario religioso mirato al ricordo edificante della sua  spiritualità con invito ad imitarne poi le molteplici virtù. Papa Roncalli è papa-giovanni-XXIII- (19)tornato a Bergamo nel 60° anniversario della sua elezione a Pontefice, avvenuta il 28 ottobre 1958; nel 2018 ricorre il 55mo anniversario della morte, avvenuta il 3 giugno 1963 e sono trascorsi 55 anni  dalla sua Lettera Enciclica “Pacem in Terris”, sulla pace fra tutte le genti nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà. “Il Pontefice si rivolge a «tutti gli uomini di buona volontà», credenti e non credenti, perché la Chiesa deve guardare ad un mondo senza confini e senza “blocchi”, e non appartiene né all’Occidente né all’Oriente. Cerchino, tutte le nazioni, tutte le comunità politiche, il dialogo, il negoziato. Bisogna ricercare ciò che unisce, tralasciando ciò che divide”. Sarà l’ultima Enciclica, pubblicata da Papa Roncalli l’11 aprile 1963: il Pontefice era già segnato dai sintomi della grave malattia che poi, in meno di due mesi lo avrebbe portato alla morte. Nel suo pur breve pontificato Giovanni XXIII  fece dono alla Chiesa di altre sette lettere encicliche:

Ad Petri Cathedram (29 giugno 1959): sulla conoscenza della verità, restaurazione dell’unità e della pace nella carità.

Sacerdotii Nostri Primordia (1° agosto 1959): scritta per il primo centenario del piissimo transito del Curato d’Ars.

Grata Recordatio (26 settembre 1959): sulla recita del rosario per le missioni e per la pace.

Princeps Pastorum (28 novembre 1959): affronta il tema delle missioni cattoliche.

Mater et Magistra (15 maggio 1961): tratta sugli sviluppi della questione sociale alla luce della dottrina cristiana.

Aeterna Dei Sapientia (11 novembre 1961): L’eterna sapienza di Dio. Argomenti trattati, nel XV centenario della morte di san Leone Magno.

Paenitentiam Agere (1° luglio 1962): è un invito a fare penitenza per il buon esito del Concilio.        

papa-giovanni-XXIII- (31)La diocesi di Bergamo ricorda poi il 50mo dell’inaugurazione del nuovo Seminario Vescovile, intitolato proprio a Papa Giovanni perché da lui fortemente desiderato, voluto e sostenuto, tanto che  ne seguì personalmente i lavori di costruzione, tramite il bergamasco Cardinal Gustavo Testa. L’urna del Santo giovedì 24 maggio, è giunta  nel primo pomeriggio a Bergamo; collocata  su un mezzo speciale, che ha permesso la visione delle spoglie di Papa Giovanni a tutti i fedeli assiepati lungo il percorso programmato per gli spostamenti, ha raggiunto Piazza Vittorio Veneto percorrendo il viale a lui intitolato, viale Papa Giovanni XXIII. Da Roma a Bergamo, dal cuore della Chiesa al cuore delle sue origini, il primo abbraccio della popolazione  in un percorso di devozione, venerazione e ricordi che è proseguito nei giorni successivi con diverse tappe, caratterizzate da alcuni eventi simbolici e significativi fino al 10 giugno, sulle orme del Santo di Sotto il Monte, che da sempre ha un posto speciale nella vita dei bergamaschi. Un momento di grande emozione e di grande partecipazione simile a quello vissuto dai bergamaschi nell’ottobre del 1966 quando fu la statua di Papa Giovanni a giungere nel centro di Bergamo: l’opera in bronzo fusa a Milano, attraversò la provincia prima di essere accolta in città per essere poi collocata sul portale d’ingresso del Seminario dove si trova tuttora. Concluso l’incontro in piazza Vittorio Veneto con la presenza delle istituzioni, l’urna di Papa Roncalli, attraversando le vie cittadine brulicanti di una folla immensa e festosa che salutava con entusiasmo, ha papa-giovanni-XXIII- (27)raggiunto poi il carcere di via Gleno, un luogo di sofferenze, di solitudini ma anche di Misericordia, per quanti confidano nel grande Amore del Padre. Si è voluto evidenziare quanto il santo Papa Giovanni XXIII fosse attento alle sofferenze degli ultimi e qui  ricordare il gesto del “Papa Buono”, quando per la prima volta nella storia della Chiesa, un Papa ha fatto visita a un carcere, entrando nella casa circondariale di Regina Coeli, avvenuta il 26 dicembre 1958, giorno di Santo Stefano: “…Io metto i miei occhi nei vostri occhi: ma no, perché piangete? Siate contenti che io sia qui. Ho messo il mio cuore vicino al vostro. Il Papa è venuto, eccomi a voi. Penso con voi ai vostri bambini che sono la vostra poesia e la vostra tristezza, alle vostre mogli, alle vostre sorelle, alle vostre mamme…”. La sua presenza nel carcere di Bergamo, abbia a toccare i cuori e invitare ad una riflessione sincera del proprio vissuto, per giungere al pentimento che dona pace profonda, frutto di un cammino interiore tanto da suscitare una richiesta umile di perdono e trarne poi benefica redenzione. Lasciato il carcere, nel tardo pomeriggio l’urna è stata traslata nel nostro Seminario Diocesano, accolta dal Rettore Don Gustavo Bergamelli, dal corpo docente e dai  seminaristi che hanno fatto corona attorno alle reliquie di Papa Roncalli con momenti di preghiera, meditazione e  devozione. Il Seminario per desiderio di Papa Giovanni XXIII, fu eretto sul punto più alto dei colli di città alta, il colle San Giovanni, all’interno del quale si può ancora ammirare l’ultimo pezzo di roccia grezza, il più alto,  lasciato appositamente dal costruttore a imperitura testimonianza. Nell’ampio atrio all’ingresso del Seminario, il maestro Attilio Nani (che aveva disegnato la tiara regalata al Papa dai bergamaschi) aveva immaginato e poi realizzato in un grande affresco, che Papa Giovanni XXIII potesse giungere a Bergamo per l’inaugurazione; a cinquant’anni di distanza vi è davvero giunto, in santità, a testimonianza di una vita  di grande fede, forte speranza e immensa carità: che la sua presenza possa divenire auspicio e speranza di una nuova fioritura di vocazioni sacerdotali e religiose! Nella tarda serata, un lungo corteo di presbiteri e seminaristi ha accompagnato in processione l’urna del Papa  dove è stata solennemente accolta in Cattedrale dal vescovo Francesco Beschi. In Duomo, gremito in ogni dove da una folla di pellegrini devota e commossa, si è celebrata una veglia di preghiera, sommessa e umile che è sfociata in un canto di lode e di ringraziamento a Dio per il grande dono che ha fatto all’umanità: Giovanni XXIII. E’ iniziata così la “terza peregrinatio” nella storia della Chiesa della salma di un Pontefice nella sua terra natale. In passato era accaduto per Papa Pio X che venne accolto a Venezia nel 1959 e successivamente nel 2001 fu Papa Pio IX a tornare nella sua Senigallia. Nella giornata di venerdì numerosissimi fedeli  hanno  venerato il Santo in Cattedrale; una lunga processione di gente silenziosa ha reso omaggio alle spoglie del Santo Papa pregando con semplicità,  affinché  per sua intercessione possa il Signore donare pace, serenità e conforto alla proprie famiglie, alla diocesi bergamasca, al mondo intero. Alla sera i protagonisti sono stati i giovani che hanno testimoniato il loro affetto al Papa Buono con una lunga e spontanea veglia di preghiera nel mentre lungo la giornata una “maratona musicale” di giovani alunni del Conservatorio cittadino “Gaetano Donizetti” ha aiutato con musica dal vivo il clima di preghiera dei pellegrini. La mattinata di sabato 26 si è srotolata in attesa del grande evento: le ordinazioni sacerdotali;   ancora una grandissima affluenza di gente comune e di ogni ceto sociale ha onorato l’urna contenente le reliquie del Papa, con grande compostezza, rispetto e tanta commozione. Nel pomeriggio il lungo corteo di sacerdoti e diaconi  si è snodato dalla sede Vescovile alla Cattedrale, dove  con il solenne rito presieduto dal Vescovo Beschi, sono stati ordinati tre nuovi presbiteri, Don Manuel, Don Luca e Don Gabriele; per la Chiesa di Bergamo un giorno di festa molto atteso, dopo la sospensione per un anno delle ordinazioni sacerdotali. Un fremito d’emozione ha attraversato la folla di fedeli presente alla cerimonia: grande testimone dell’evento il nostro amato e tanto stimato Giovanni XXIII, la sua urna si stagliava ai piedi dell’altare, quale monito d’incoraggiamento per un vissuto di fede ardente, con un pressante invito a pregare intensamente il Padre perché papa-giovanni-XXIII- (13)«La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate…”  (Luca cap. 10 ). Nella mattinata di domenica 27 il nostro vescovo Mons. Francesco Beschi ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica; nella Cattedrale aleggiava uno spirito di vera gioia unito ad una profonda gratitudine per la presenza delle spoglie di Papa Angelo Roncalli: gli invitati d’onore a questa speciale liturgia sono stati i poveri e i protagonisti delle periferie esistenziali, tanto cari e sempre nell’attenzione del Papa Buono. Le reliquie del Santo hanno poi raggiunto l’Ospedale Papa Giovanni XXIII, il nuovo ospedale dei bergamaschi a lui titolato, nel ricordo emblematico della sua storica visita ai malati dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, nel giorno di Natale del 1958. Un salto indietro di  60 anni per ripercorrere un momento di festa segnato da tanti aneddoti: durante la benedizione, alcuni piccoli pazienti scambiarono il Papa per Babbo Natale. Quando visitò l’Ospedale del Bambino Gesù, si  sentì chiamare da un piccolo degente: “Vieni qui, Papa, vieni qui,Papa,..” Si avvicinò al lettino e chiese: “Come ti chiami?”. “Angelo, Papa”. “Vedi, caro piccino, una volta mi chiamavo anch’io Angelo, ma da qualche giorno mi hanno fatto cambiare il nome… Adesso mi chiamo Giovanni” . In un’altra corsia dello stesso ospedale un fanciullo diventato cieco gli disse: “Io lo so che tu sei il Papa, ma non ti posso vedere. Però ti voglio un mondo di bene lo stesso”. Negli occhi di Papa Giovanni spuntarono due lacrime e forse per la prima volta rimase senza parola. E ancora più famosa e passata negli annali della storia la indimenticabile “carezza del Papa”, al termine della giornata di apertura del Concilio Vaticano II: “ Cari figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero; qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata, stasera – osservatela in alto! – a guardare a questo spettacolo… Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Papa”. Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza…”. Un augurio, un desiderio, una speranza: che la sofferenza di ogni giorno possa purificare le nostre giornate, donare pace, unità e serenità alle nostre famiglie e superare con amore ogni debolezza perché abbiamo a perseguire il nostro cammino quotidiano, nella carità. Nel pomeriggio, l’urna ha raggiunto la Grotta-basilica del Santuario della Madonna della Cornabusa in Valle Imagna (BG). Qui nell’agosto 1958, pochi mesi prima del Conclave, da Cardinale Patriarca di Venezia presenziò ai festeggiamenti del cinquantenario dell’incoronazione della Vergine della Cornabusa, ricordando che nel 1908 vi aveva partecipato da giovane sacerdote. Quella celebrazione eucaristica fu la sua ultima messa nella nostra terra, prima di diventare Papa. Un saluto alla Madonna, nel ricordo particolare della devozione di Papa Giovanni XXIII alla cara Mamma del cielo, ma soprattutto questa visita ha voluto significare il desiderio di affidare le nostre fatiche di ogni giorno a Colei che con amore materno ci prende per mano e guida instancabilmente i nostri passi. La sera l’urna del Santo è giunta a Calusco presso il convento di Santa Maria Assunta dei Frati Minori di papa-giovanni-XXIII- (10)Baccanello; da qui dopo una preghiera incessante di una folla innumerevole di pellegrini, si è snodata  una fiaccolata interminabile di fedeli che con canti, preghiere e invocazioni ha raggiunto il paese natale del Santo Papa, Sotto il Monte. Qui le reliquie di Papa Roncalli sono state collocate nella Cappella “Nostra Signora Regina della Pace”, per la venerazione dei fedeli, suscitando motivi di riflessione per una sincera revisione del proprio vivere quotidiano in conformità e sull’esempio del santo Papa Giovanni XXIII. A Sotto il Monte ogni giornata è stata caratterizzata dalla celebrazione eucaristica vespertina delle ore 20.30,  connotata  dal coinvolgimento di alcuni settori della vita ecclesiale e sociale. Nella sera di giovedì 31 maggio, con la presenza di una moltitudine di pellegrini, si è compiuta la processione diocesana del Corpus Domini, presieduta dal Vescovo  Beschi; un coro di esultanza e di giubilo per le strade del piccolo paese natìo del santo Papa, una preghiera di lode a Gesù nell’Eucaristia,  dove il Cristo  è presenza vera, reale, sostanziale. Venerdì 1 giugno, il card. Giovanni Battista Re ha incontrato  le associazioni laicali e sabato 2, il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, successore di Roncalli, ha celebrato la Santa Messa per le famiglie. Domenica 3 giugno, nel 55° anniversario della morte di Papa Giovanni, l’Arcivescovo Metropolita di Milano, mons. Mario Delpini, ha celebrato la Santa Messa con tutti i vescovi della Lombardia e la sera di giovedì 7 giugno, un incontro tenuto dal card. Angelo Scola è stato rivolto al mondo politico e sociale, del lavoro e dei sindacati. Infine, sabato 9 giugno,  il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin,  ha presieduto la solenne celebrazione conclusiva, davanti a una folla immensa di devoti dai quali trapelava una evidente commozione mista ad una grande gioia, per un incontro che rimarrà stampato nei cuori di quanti hanno avuto l’opportunità di incontrare le reliquie del Santo Papa bergamasco. Per la conclusione della “peregrinatio” dell’urna, è giunto a Bergamo Sua Eminenza il Cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro e Vicario Generale del Santo Padre per la Città del Vaticano. Papa Francesco ha voluto agli onori degli altari, dichiarando Santo  in “de plenitudine potestatis” (in forza della sua autorità) Papa Giovanni XXIII, il 27 aprile 2014; una canonizzazione “pro gratia” perché «Papa Roncalli ha aperto una nuova stagione per la Chiesa, a tutto campo, possiamo considerarlo uno spartiacque del Novecento. Nessuno si aspettava da un pontefice così anziano quello che ha fatto. Invece, ha segnato profondamente il cammino della Chiesa del presente e del futuro. Possiamo considerarlo una figura profetica, che oggi appare attuale più che mai. Bergoglio ha accolto con favore e fatto proprie le motivazioni presentate dalla Congregazione delle cause dei santi su istanza della postulazione della causa di Giovanni XXIII». In questa supplica, riportata nella «Positio super canonizatione», veniva scritto: «La postulazione chiede umilmente e fiduciosamente a Vostra Santità la canonizzazione di questo Sommo Pontefice, che con la sua vita e il suo esempio ha segnato, in modo indelebile, la storia della Chiesa». Giovanni XXIII fu il Papa del Concilio: l’11 ottobre del 1962 cominciò a Roma il Concilio Vaticano II, una riunione di tutti i vescovi del mondo in cui vennero discussi i rapporti tra la Chiesa e la società moderna. Il Concilio durò, in quattro successive sessioni, fino al 1965, e fu il più grande impegno compiuto dalla Chiesa cattolica di comprendere i profondi cambiamenti dei tempi. “Passa sulle nostre teste una grande ora di grazia, che soavemente ci conferma come la seminagione di santità dell’antica tradizione cristiana, rinnovata da San Carlo Borromeo, da San Gregorio Barbarigo e da zelanti e ardenti presuli e sacerdoti, continua a dare in letizia frutti copiosi”. Così ebbe a dire Papa Giovanni XXIII nell’omelia per la beatificazione di Don Luigi Maria Palazzolo nel marzo 1963. Quel giorno il suo pensiero si estese, con speciale affetto, a tutta la nostra diocesi, con tutte le sue parrocchie e con lo sguardo del cuore, rivide le contrade del piano e dei monti, da lui percorse da un capo all’altro, nella giovinezza sacerdotale e poi nei ritorni annuali, fino al 1958. Ed ora la sua amata diocesi è qui a ripetere quelle medesime parole, perché con l’arrivo in terra bergamasca dell’urna del nostro conterraneo santo Papa Giovanni XXIII,  anche noi abbiamo vissuto “una grande ora di grazia,  venuta a confermare come la seminagione disantità continua a dare in letizia frutti copiosi”… ora che anche lui fa parte della numerosa schiera dei Santi Bergamaschi. A conclusione dell’omelia per il Beato Palazzolo, aggiunse: “All’orecchio par di risentire in questo sereno vespero, le voci possenti di mille e mille campane”. In queste giornate di tripudio e di festa, anche noi abbiamo gioito e ascoltato al suo passaggio,  il suono di mille e mille campane.  Lode al Signore! 

Luciano Tintori

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